Quando si parla di supply chain management - la gestione della catena di fornitura, produzione e distribuzione- non si può non parlare della profonda trasformazione che da anni è in atto. Con l’entrata in gioco della globalizzazione, e più nello specifico con l’economia globalizzata dell’ultimo ventennio, sempre più sono i fattori da dover considerare nella scelta di un fornitore.
Mirare solo e solamente al minor costo sarebbe errato, la giusta chiave risiede nell’ottimizzazione di una serie di obiettivi diversi: è questo l’approccio del supplier relationship management (a sua volta da gestire con soluzioni software ad hoc).
Il termine in se nasce dall’idea per cui i buyer delle grandi corporation debbano essere più proattivi nella gestione della supply chain: i buyer infatti, dovrebbero meglio comprendere gli impatti delle proprie attività sul business dell’azienda. In particolar modo quali soni i livelli di rischio, e quali di redditività, che un’adeguata strategia di supply management potrebbe implementare o meno a seconda dei casi.
Questo tipo di strategia deve essere accompagnata da alleanze strategiche, dal coinvolgimento e la sponsorship del top management e un’attenzione al cross planning. Gestire queste relazioni richiede sicuramente maggior impegno, tramite riunioni e incontri, ed una più ampia ed efficace strategia rispetto alla gestione di un contratto per gli acquisti di un semplice bene.
Primo passo è quindi quello di individuare i fornitori strategici per creare piani ad hoc: partendo sicuramente da una segmentazione dei fornitori, attraverso una mappatura con il quale sia possibile evidenziare profittabilità ed esposizione ai rischi, sia per i singoli provider che per i fornitori; lo sviluppo di una strategia, specifica per la gestione dei fornitori, in modo da distribuire adeguatamente le risorse interne, pianificando i processi in funzione delle esigenze e degli obiettivi di business; finendo con l’esecuzione della strategia stessa. Per questo punto è essenziale sottolineare che un piano del genere non deve tradursi, all’atto pratico, in una collaborazione con i principali fornitori, cosa assolutamente sconsigliabile. Sarebbe infatti uno degli errori che potrebbero portare al fallimento del piano di supplier relationship management. La soluzione ideale sarebbe invece un vero e proprio modello organizzativo, che preveda processi e risorse differenti, a seconda della strategicità del fornitore.